Regia di Hubert Sauper vedi scheda film
Neppure più del pesce persico ci si può fidare. Neanche di quello surgelato che compriamo nei supermercati. Vai a sapere da dove arriva, e quali sconcezze ci stanno dietro. Il documentarista Hubert Sauper un giorno vede partire dall’aeroporto di Nairobi un cargo stracarico di pesce fresco. E si domanda: ma da dove diavolo viene tutto questo pesce? E soprattutto: dove va? E in seconda battuta: perché non lo usano per sfamare i kenyoti o gli ugandesi? Così parte un’indagine che porta a una scoperta (si fa per dire, perché è quasi tutto tristemente legale) clamorosa. Il pesce persico originario del Nilo è stato introdotto nel Lago Vittoria, e dopo aver devastato l’ecosistema riproducendosi a dismisura viene pescato e venduto in Occidente. È uno dei tanti paradossi di quella parte dell’Africa che muore di fame pur sfamando mezza Europa (anche metaforicamente, con le sue ricchezze naturali depredate). Noi, dal canto nostro, ripaghiamo la prelibatezza con soldi alle oligarchie del posto oppure, ed è peggio, con cannoni, fucili, munizioni e quant’altro. L’incubo di Darwin racconta tutto questo attraverso le affilate armi del documentario. Un film a volte troppo didascalico, al quale una certa verve cinematografica avrebbe fatto bene, e tuttavia altamente istruttivo per il tipo di verità che racconta, e che ci costringe ad aprire gli occhi sulle nostre meschinità. Anche comprare il pesce surgelato, d’ora in poi, sarà un atto politico.
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