Regia di Hubert Sauper vedi scheda film
Il lago Vittoria è il più grande lago tropicale del mondo e il secondo in assoluto. Negli anni '60 qualcuno pensò di andare lì con un secchio a buttarci dentro una specie che apparteneva a ben altro habitat: il pesce persico. Questo enorme quanto voracissimo predatore ha cambiato completamente l'ecosistema dell'intero lago: fauna ridotta ai minimi termini, alghe scomparse, vegetazione uccisa, acque limacciose. Lo straordinario documentario coprodotto da Francia, Austria e Belgio non si limita a raccontare la radicale trasformazione di un'ecosistema che ha coinvolto sopratutto la poverissima Tanzania, ma è una lucidissima e spietata requisitoria contro le aberrazioni della globalizzazione, giocata con la sola arma della videocamera. I cargo strapieni che partono continuamente alla volta dell'Europa e del Giappone trasportano i filetti del prelibatissimo pesce. Ai locali, in perenne condizioni di carestia, rimangono le lische e le teste, cioè gli scarti di noi occidentali: è con quelle che si sfamano. Per i maschi che non hanno la "fortuna" di fare i guardiani notturni delle industrie alla lauta paga di un dollaro per notte (e avendo arco e frecce come unico mezzo di difesa...), non rimane che la fame o la guerra. Sicché in Tanzania ci si trova a dover sperare in un qualche evento bellico per poter trovare un lavoro nell'esercito. Donne e bambini stanno assai peggio: le prime si danno in gran parte alla prostituzione; i secondi a una vita randagia, tra dormite all'addiaccio, mutilazioni, vere e proprie lotte fisiche per conquistarsi il cibo e sniffate di colla per sopportare i morsi della fame e prendere sonno. La Chiesa cattolica ci mette del suo demonizzando l'uso dei preservativi e lasciando dilagare la diffusione dl virus dell'HIV, che in Tanzania è tra i più alti del mondo. In un panorama tanto agghiacciante, il traffico d'armi per soffiare sui tanti focolai di guerra esistenti in Africa o gli aerei che precipitano per l'eccesso di carico diventano dei dettagli trascurabili. Dopo questo film, anche l'acquisto del pesce diventa un atto politico.
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