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Salon Kitty

Regia di Tinto Brass vedi scheda film

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La recensione su Salon Kitty

di alan smithee
7 stelle

Kitty Kellermann è la più nota tenutaria di bordelli di Berlino, ed il suo Salon Kitty il più noto locale per soli uomini della città, noto per l'eterogeneità delle ragazze che collaborano nella struttura, provenienti da ogni luogo.

Le massime autorità delle SS, decidono di punto in bianco di sfrattare le ragazze si Kitty, per sostituirle con giovani ariane votate alla causa, destinate ad allietare i momenti liberi degli ufficiali tedeschi in licenza.

In realtà la strategia è ben altra: trasformare il bordello in un centro di spionaggio ove le ragazze, addestrate dalla stessa Kitty al mestiere più vecchio del mondo, dovranno carpire dai clienti segreti, timori o eventuali cospirazioni contro il regine del fuhrer.

 

 

La cospirazione consente allo spettatore di familiarizzare non solo con il personaggio di Kitty (una disinvolta ed audace Ingrid Thulin), ma anche con l'efferato, controverso, sadico ed integerrimo ufficiale Wallenberg (reso con pertinente piglio satanico da un effervescente Helmut Berger, impegnato nel gran finale in scene di nudo integrale recuperate nella versione integrale incensurata), la tenera ed avvenente Margherita (l'eterea ma parimenti carnale Teresa Ann Savoy), il cui cliente più affiatato, l'ufficiale Hans (l'attore bosniaco Bekim Fehmiu), verrà trucidato proprio in quanto scoperto contrario al massacro perpetrato dal regime.

Per Kitty e le sue nuove ragazze, ci sarà infine l'occasione per riscattarsi, denunciando il marcio che si insinua in quella ex casa di tolleranza trasformata, loro malgrado, in un covo di trame diaboliche almeno quanto l'agire delle forze naziste. 

 

 

Liberamente tratto dal romanzo omonimo di Peter Norden, adattato per lo schermo da due valenti sceneggiatori come Ennio De Concini, Maria Pia Fusco e dallo stesso Tinto Brass, Salon Kitty , che trae spunto dal vero omonimo luogo di richiamo frequentatissimo sia dagli ufficiali nazisti che dal ceto medio-alto, dà la possibilità a Brass di dare sfoggio a tutto il suo talento visivo e alla sua carnalità senza remore ed esuberante, che in questo contesto si fa forza su una storia che riesce a reggere le smanie erotiche che, proprio da quegli anni, diventeranno un vero e proprio punto di forza della cinematografia dell'eccentrico autore. 

Molti vezzi, voyeurismo a gogo, ma anche una storia che regge bene tutte le smanie, altrove spesso fuori controllo, che caratterizzano almeno gli ultimi 3/4 della cinematografia dell'irriverente regista.

 

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