Regia di Mario Amendola vedi scheda film
Trappola per sette spie è il classico esempio di film dalla storia (più o meno) azzeccata con implicazioni largamente superiori alle reali potenzialità (e velleità) del lavoro stesso. Ovvero: una pellicola che parte chiaramente con idee 'alimentari', cavalcando il filone dei Sette uomini d'oro (Vicario, 1966) e dei vari gruppi di sette conseguenti (Sette monaci d'oro, Sette volte sette), con un cast non eccezionale (Carlo Giuffrè e il caratterista Mirko Ellis sono i nomi più noti messi in campo) e che non si premura neppure per sbaglio di indagare, di rilevare oltre la superficie tematiche importanti come quelle del ritorno/rigurgito del nazismo e della ciclicità terrena degli eventi bellici, con relativa riflessione sul (caduco) ruolo dello sconfitto e del vincitore. Insomma: se ciò che si cerca è solamente un'ora e mezza di intrattenimento, questo prodotto è certo confezionato modestamente e non delude le aspettative; a chiedere al film anche solo qualcosa di più, però, si va immediatamente in perdita, a ricercare ciò che davvero qui dentro non c'è. Sceneggiatura del regista (non avvezzo al genere, per cui, pur nei limiti del risultato, la nota di merito è dovuta) e dello spagnolo Antonio Roman, che parrebbe uno pseudonimo ma che tale effettivamente non è. 4,5/10.
Un ufficiale nazista, a vent'anni dalla conclusione della seconda guerra mondiale, raduna in un castello le sette maggiori superspie delle principali potenze mondiali. Il suo è un piano di vendetta: i sette sequestrati potranno infatti aver salva la vita solo se troveranno da soli la via di uscita dalla fortezza.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta