Regia di Kim Rossi Stuart vedi scheda film
Anche retorico va bene. O, senonaltro, ce lo facciamo andare bene per forza. Già perchè se le alternative si chiamano Brizzi, Muccino e Veronesi, ben venga pure questa 'comencinata' (ha ragione Gervasini) tutto sommato sincera e mediamente emozionante firmata Rossi Stuart. Che dire.. il nuovo 'cinema da camera' italiano è così. Non può che esser così. Mette in mezzo i bambini inevitabilmente, gioca su climax emozionali che a confronto Von Trier è Kiarostami, attinge - non sempre sensatamente - da una quotidianità mediocre e spesso meschina, più televisiva che 'popolare' in senso classico, medioborghese e stereotipata. Eccoci dunque costretti per l'ennesima volta - e non senza qualche ricattuccio qua e là - ad immedesimarci ed emozionarci per le tristi vicende familiari d'un bambino non capito. Assai meno di Quattrocento Colpi di teatro son comunque sufficienti a tener vivo un certo coinvolgimento emozionale.. anche grazie ad un Rossi Stuart convincente come al solito e ad un'intensissima prova attoriale del giovanissimo Morace. Il punto critico è: se ne sentiva davvero il bisogno? fin dove è lecito parlar di 'omaggi' o 'suggestioni' a e da una filmografia sconfinata di tematica analoga, e fino a che punto è sensato ignorare - magari in nome di due lacrimucce estorte a forza - i tanti, troppi 'debiti' che il film ha nei confronti di modelli ben più degni?
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