Regia di Antonio Capuano vedi scheda film
"La guerra di Mario" racconta la dura battaglia che un bambino di 9 anni deve combattere per avere una famiglia e non essere costretto a rinunciare a se stesso in un mondo diverso da quello in cui è nato e cresciuto.
Mario, infatti, è nato in uno dei quartieri più difficili di Napoli da una donna incapace a fargli da madre, che lo maltratta e dalla quale è stato allontanato per essere affidato temporaneamente a Giulia e Sandro.
Giulia diventerà un'alleata di Mario nella sua guerra, lei stessa lo vorrebbe libero e non addomesticato da modelli educativi che a volte, sono utilizzati ad hoc per contenere le paure di quella parte di mondo che si ritiene “a posto”.
Antonio Capuano è un regista coraggioso (sua ad esempio, è la firma di “Pianese Nunzio, 14 anni a maggio): i suoi film non sono mai scontati e trattano sempre temi difficili. Sono film sulla cui bellezza oggettiva si può discutere, ma di certo lasciano sempre dubbi, inquietudini e aprono orizzonti di discussione.
“La guerra di Mario” non fa eccezione. E' un film duro, agile nella narrazione e ben recitato (magistrale la Golino).
La mia posizione è controversa: secondo me quando un bambino, diciamo pure un bambino “difficile” (anche se non vuol dire niente) mette in atto comportamenti di rifiuto, di rabbia se non proprio azioni aggressive o antisociali, lo fa soprattutto per trovare qualcuno che lo fermi.
Da che mondo è mondo i bambini scappano per essere presi (anche gli adulti, a volte..sic!), ma è anche vero che nella “presa” si deve stare attenti a non stringere troppo.
Non si possono imprigionare tutti gli spazi di creatività, ed espressione personale del bambino, in altre parole la sua libertà. Altrimenti non lo si sta educando veramente ma semplicemente addomesticando.
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