Regia di Marc Forster vedi scheda film
“Stay – Nel labirinto della mente”” e’ il film con il quale lo sceneggiatore David Benioff , quello di “La 25° ora” ma anche, e’ bene ricordarlo…, di “Troy”, finisce probabilmente per avere credito ad Hollywood. A meno di un cambio improvviso di rotta. E’ proprio a causa del suo ambizioso ma confuso soggetto, purtroppo affascinanante solo sulla carta, che il film risulta assai deludente. Noioso,volutamente troppo intricato, il film non coinvolge quasi mai e finisce ben presto per annoiare. Vorrebbe invano richiamare in qualche modo nella sua struttura ad altri e ben piu’ interessanti film del recente passato, quali in particolare “Memento”(che e’ di un’altra categoria) o anche “Il sesto senso” e” Fight Club” per certi versi. Sorprendere e stupire con il suo finale. Ma proprio non ci riesce. Per assurdo lascia quasi indifferenti. Anche perche’ il regista Marc Forster ci mette del suo.
Non sfrutta il cast a disposizione, sottoutilizzando innanzitutto colpevolmente Naomi Watts, che forse per la prima volta sembra quasi svogliata. Veste in modo talmente ridicolo il personaggio interpretato da Ewan Mc Gregor , che povero tutto puo’ essere fuorche’ credibile. Ma dico, poteva esserlo uno psichiatra che a New York si muove in bicicletta in abiti hold English style? Mc Gregor costretto a portare orribili pantaloni corti per tutto il film e’ del tutto spaesato. A convincere e’ solo il giovane Ryan Gosling, nel ruolo del paziente pronto al suicidio.
L’idea di Forster di raccordare le sequenze attraverso delle dissolvenze e affetti speciali, inizialmente colpisce. Poi pero’ il regista ne abusa. Se ne serve anche quando non necessario, cosi’, solo per stupire e per far vedere, quasi ostentare, la sua bravura nel creare immagini lontane da quelle a cui gli spettatori sono abituati a vedere nei film hollywoodiani. Il risultato e’ che il gioco, man mano che si va avanti, invece che sedurre finisce per stancare, e anche terribilmente.
Si salvano solo alcune interessanti soluzioni dal punto di visivo, con una fotografia che in taluni momenti deforma volutamente le immagini al fine di dare agli scenari un’ambientazione da vero incubo. Tutto qui, poco quindi. Stay-Resta, recita il titolo del film, ma restare in sala per tutta la sua durata, e’ stata un’impresa. Semplicemente un film sbagliato e da evitare, "…la vita e’ cosi’ piena di cose belle…", e questo film non e’ certo una di queste.
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