Regia di Franco Battiato vedi scheda film
Perchè Battiato si mette improvvisamente in testa, a sessant'anni 'suonati' (aggettivo azzeccatissimo nel suo caso), di essere un regista? Se Perduto amor, non particolarmente affascinante, aveva per lo meno una trama interessante, qui il significato del lavoro si fa più involuto e la ragione che sta dietro a Musikanten è decisamente discutibile; peggio ancora, del resto, Battiato riuscirà a fare con il suo terzo film, Niente è come sembra. La costante del suo 'cinema' è la presenza di amici, collaboratori, nomi più o meno illustri nelle pellicole: qui abbiamo, fra gli altri, niente meno che Jodorowsky nei panni di Beethoven (!) ed il fido filosofo Manlio Sgalambro a co-sceneggiare con il regista, nonchè a prestare la voce alla narrazione. La realizzazione è piuttosto modesta, frutto probabilmente di una produzione non ricchissima, ma il film ha ricevuto il riconoscimento di opera d'interesse culturale nazionale dal Ministero per i beni e le attività culturali.
Un'autrice tv, grazie alla ipnosi, si catapulta ai tempi di Beethoven, suo idolo. La donna si ritrova nei panni del mecenate del musicista, ma al risveglio torna alla dura realtà: il mondo sta per essere conquistato da una nuova forza politica.
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