Regia di Franco Battiato vedi scheda film
Film raro e di un 'indipendenza incredibile, lontano dal racconto seguibile di Perduto Amor, seppure anche nel primo film già si intravedevano concezioni diverse di concepire il cinema che certo si rifà molto ad Herzog, ma anche a Bergman. Una storia poco raccontabile, ma da vedere ed assorbire nel concetto e nell'atmosfera. Certo si fondono male presente e passato, ma la scelta è lontana dall'arbitrarietà in cui normalemente cadono questo tipo di operazazioni.Manlio Sgalambro ( che è anche il montatore) aiuta Battiato nella stesura della sceneggiatura, come ha fatto con Perduto Amor e come ha continuato con Niente è come sembra, opera uscita solo in DVD in questi giorni.
Baldacci fa una buona stesura della fotografia.
Certo, ripeto ancora una volta, portare il pensiero filosofico al cinema non è cosa semplice e forse avrebbe bisogna di un'idea meglio piazzata, ma certamente non è giustificato neanche l'accoglienza catastrofica fatta a Venezia nel 2005, che è sempre partita da preconcetti facilotti di un musicista che si vuole piazzare al cinema.
Una sceneggiatrice televisa vuole portare sul piccolo schermo gli ultimi anni di vita di Bethoven, ma si accorge, avvicinandosi all'argomento di aver già vissuto l'esperienza da molto vicino, sotto altre sembianze.
Musiche curate con discrezione e rispetto, visto l'argomento, dallo stesso Battiato
Piccolo ruolo
Attore che difficilemnte accetta un cinema qualunque, e qui lo dimostra ancora una volta
Attrice bravissima, qui in ruolo doppio, ma la scelta principale è lo strumento della regia
Attore feticco di un certo cinema anni '70, qui in ruolo più perspicace
Regia non facile anche perché l'idea poteva cadere in argomentazioni standard, ed allora qualche preziosismo doveva essere gestito con un'idea diversa, comunqnue non male la scelta, anche se non certo facile
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