Johannesburg: una notte, il diciannovenne Tsotsi - capo di una gang - spara a una donna all'esterno della sua abitazione e le ruba la macchina senza accorgersi che un neonato si trova sui sedili posteriori. Il giovane decide di tenerlo senza rivelarlo al resto della banda...
Note
Che questa pellicola possa avere vinto l'Oscar come miglior film straniero non è incredibile: si tratta infatti di una favoletta infarcita di luoghi comuni, didascalica nel rappresentare uno spaccato sociale nel quale la società ha le proprie colpe e i criminali comunque un'anima buona. Agli americani, poco abituati a vedere un cinema che non sia il loro, tutto ciò è piaciuto.
Da sempre la strada è metafora di vita e di morte. Oltre che di riscatto. Così avviene per il diciannovenne Tostsi (vuol dire ‘gangster’ nello slang delle comunità nere e dei ghetti del Sud Africa), un sottoproletario, che vive in un’immensa baraccopoli alla periferia di Johannesbourg e che ha rimosso tutta la parte della sua vita legata all’infanzia. Il giovane è un criminale… leggi tutto
Sinceramente non ho trovato nulla di particolare in questo film,sorprendente che abbia addirittura vinto l'Oscar.Io parto sempre dal presupposto che le persone difficilmente cambiano e mi riesce difficile credere al cambiamento di questo teppistello di periferia a causa del bambino.Per il resto direi che è un film fatto da un occidentale,girato alla maniera hollywoodiana su un mondo che a noi… leggi tutto
Un po' semplicistico e irrealistico nel presentare le modalità di redenzione di un teppista nella Johannesburg moderna. Può un ladro e assassino magicamente intenerirsi (e convertirsi) nel giro di qualche secondo semplicemente per essersi trovato tra le mani un dolcissimo pargolo? Un favoletta, semplice e misurata, come pure altrettanto superficiale e piena di stereotipi. Peccato. 5 leggi tutto
Questo film, mi pare ancora incredibile, ha vinto l’Oscar: migliore film straniero del 2005. Narra di questa banda di delinquenti nel Sud Africa, ragazzi che dopo 10’ ti auguri finiscano tutti morti sotto il fuoco della polizia. Simpaticissimi, insomma. Nel suo vagabondare delinquente, il capo della minibanda spara, ruba una macchina, fa un incidente e scopre che in macchina…
Un po' semplicistico e irrealistico nel presentare le modalità di redenzione di un teppista nella Johannesburg moderna. Può un ladro e assassino magicamente intenerirsi (e convertirsi) nel giro di qualche secondo semplicemente per essersi trovato tra le mani un dolcissimo pargolo? Un favoletta, semplice e misurata, come pure altrettanto superficiale e piena di stereotipi. Peccato. 5
Lavorando in una videoteca se ne vedono (e sentono) tante e quando clienti confusi e spaesati cercano un film, bisogna disporre di una gran elasticità mentale per capire cosa ti stanno chiedendo!
Sinceramente non ho trovato nulla di particolare in questo film,sorprendente che abbia addirittura vinto l'Oscar.Io parto sempre dal presupposto che le persone difficilmente cambiano e mi riesce difficile credere al cambiamento di questo teppistello di periferia a causa del bambino.Per il resto direi che è un film fatto da un occidentale,girato alla maniera hollywoodiana su un mondo che a noi…
Anni Novanta. La lotta contro l'apartheid giunge al termine e Nelson Mandela viene trionfalmente eletto alle prime elezioni a suffragio universale nella storia del Paese. Per me adolescente, l'inizio di una breve…
Film piuttosto debole, che sa anche come districarsi, ma inevitabilmente finisce con il prendere qualche scorciatoia di troppo.
Incredibile pensare che abbia vinto addirittura l'Oscar per il miglior film straniero, categoria nella quale si può pescare il meglio che il cinema abbia prodotto nella parte di mondo non di lingua inglese.
Detto questo, la storia è convenzionale, la…
Tsotsi (Chweneyagae, è incredibile: non cambia mai espressione, ma non è detto che sia un male, visto il suo personaggio) è il nome di fantasia che David, piccolo gangster della periferia di Johannesburg, si è dato dopo che quello vero gli è stato cancellato per privarlo della sua stessa dignità. Nella squallida Bidonville in cui abita Tsotsi vive di rapine e non possiede alcuna…
Dopo aver massacrato di botte il suo unico amico e aver sparato a una donna, il teppista da strada Tsotsi, che nello slang dei ghetti sudafricani significa “bandito”, ruba un’automobile e scappa. Non si accorge di avere come compagno di viaggio un bambino. Questa inaspettata condivisione di immancabili destini placherà la ferocia del ragazzo? Che Il suo nome è Tsotsi possa avere vinto…
Da sempre la strada è metafora di vita e di morte. Oltre che di riscatto. Così avviene per il diciannovenne Tostsi (vuol dire ‘gangster’ nello slang delle comunità nere e dei ghetti del Sud Africa), un sottoproletario, che vive in un’immensa baraccopoli alla periferia di Johannesbourg e che ha rimosso tutta la parte della sua vita legata all’infanzia. Il giovane è un criminale…
Non bello, ma sicuramente interessante. Qualche ingenuità di troppo nella delineazione dei personaggi e tutto sommato anche nella sceneggiatura e nella cifra stilistica (molto demodè) rendono il tutto un po' fragile. Resta comunque un film con una sua ragione di esistere e con un bel messaggio di speranza.
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