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Il grande caldo

Regia di Fritz Lang vedi scheda film

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La recensione su Il grande caldo

di OGM
10 stelle

Il Cinema smette di essere un semplice registro espressivo e diventa un’arte completa nel momento in cui decide di  raccontare le sue storie al di fuori dei vincoli stilistici e tematici che definiscono i generi. Se un noir richiede i bassifondi come ambiente e i detective  o i gangster come eroi, non è detto che non lo si possa accontentare di striscio, visitando i suoi luoghi e personaggi preferiti come parte di un disegno più grande, che comprende anche gli aspetti collaterali dell’esistenza, quelli che sono meno in sintonia con l’ambiguo fascino del sottobosco metropolitano. L’accoppiata Lang-McGivern abbandona il tradizionale tema della vita perduta come vocazione, come scelta avventurosa, come cupa filosofia destinata a pochi, per abbracciare l’idea – ben più realistica e coraggiosa – della disgrazia come banale origine della deriva morale, della fuga nella clandestinità, dell’uscita dalla normalità della società civile. Bannion è un comune poliziotto,  un marito ed un padre di famiglia come tanti, che scherza a tavola con la moglie e gioca con i mattoncini insieme alla bambina, prima che una tragedia lo trasformi in un individuo assetato di vendetta, impegnato in una spietata caccia all’uomo. La rabbia e il dolore ne trasformano il comportamento, pur non sconquassandone l’umanità, la capacità di amare, di comprendere, di aiutare chi ne ha bisogno. La ferita che gli si è aperta nel cuore è un fuoco che chiede di essere spento, e per lui diventa una ragione più potente di quella che impone il rispetto delle leggi e protegge, prima della condanna giudiziaria, anche i peggiori delinquenti. In Bannion l’impulso si fa procedura, il desiderio si traduce in piano e in questo non si scorge nulla della leggendaria freddezza  che contraddistingue, nei classici del genere, gli ideatori di diabolici complotti criminali o di raffinate strategie investigative. La mente geniale e calcolatrice è una supposizione teorica che consente, all’autore di un thriller, la costruzione di  trame originali e complesse. Ma è comunque un artificio letterario, che non tiene conto di quanto, nella vita reale, la temerarietà, esattamente come l’errore, scaturisca fondamentalmente dalla debolezza: una caratteristica che accomuna tutti gli esseri umani, e che sovverte la romanzesca distinzione tra buoni e cattivi, tra vincitori e perdenti, tra dominatori e sudditi. Il grande caldo è forse proprio la lamentevole epopea della fragilità, che non risparmia nessuno, e che fa sì che ognuno finisca prima o poi per esporre, agli occhi del mondo, il proprio lato corruttibile: un funzionario di polizia in affari con la malavita, un faccendiere affetto da un’incontrollabile perversione sessuale, una bellissima donna dal volto deturpato.

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Ultimi commenti

  1. dedo
    di dedo

    Ho rivisto ieri sera, dopo tanti anni, il film oggetto di questa tua splendida opinione. Splendida perchè hai saputo evidenziare aspetti originali e validi che io non avevo completamente colto. E' questo il motivo fondamentale per cui vivo in questo sito. Ti sono grato. Mi ero limitato a dare un'utilità ma ritengo che sia opportuno questo intervento. Un saluto cordiale Dedo

  2. OGM
    di OGM

    Carissimo dedo, grazie di cuore del commento, davvero tanto gentile. Io sono grato a te per avermi ricordato quanto sia importante la condivisione del pensiero, anche in maniera indiretta e parzialmente anonima, anche a distanza, e anche quando riguarda gli aspetti forse più "futili" della vita, come le emozioni e le riflessioni suscitate dalla visione di un film. Del resto, le stesse crezioni artistiche, che ci "parlano" attraverso lo spazio ed il tempo, sono le impersonali portatrici di un messaggio che, però, in un dato momento, è stato concretamente vissuto da qualcuno (l'autore, l'interprete, il personaggio reale di cui si narra). Nelle opere di Lang si avverte davvero il palpitare della vita umana, che segue un ritmo irregolare, imperfetto, spesso dissonante, e per questo, al di sotto del manto estetico della poesia, della bellezza visiva, della rifinitura formale, si fa immancabilmente notare. Un carissimo saluto, ed un sincero augurio di ogni bene da OGM.

  3. MikeVargas
    di MikeVargas

    La variante langhiana del film noir classico risulta essere un capolavoro in tutto e per tutto. Attori incredibili, fotografia sublime ed una ricreazione d'ambiente ammirevole.. non una virgola fuori posto! Completamente d'accordo col tuo giudizio.. un film immortale!

  4. cherubino
    di cherubino

    "IL GRANDE CALDO" (presentato da questa recensione) fa parte dei 164 film scelti sinora da cherubino quali CAPOLAVORI con relative recensioni ***** (n° 91, seconda selezione, pubblicata l'11.6.17):
    //www.filmtv.it/playlist/697443/seconda-selezione-di-capolavori-con-relative-recensioni-a-5/#rfr:none

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