Regia di Jean Renoir vedi scheda film
Tra le prime opere di Jean Renoir, risalente quasi ad un secolo fa, precedente al sonoro tuttavia sorprendetemene moderna nell'utilizzo del linguaggio cinematografico. Una storia melodrammatica, ma non priva di senso dell’umorismo, una favola bucolica semplice seppur ricca di svolte , con l'acqua come elemento-filo conduttore.
Gudule è una ragazza "di fiume", che vive col padre pescatore su un barcone. Quando il genitore scivola e annega nel corso d'acqua, rimane da sola con un zio violento ed ubriacone che tenta persino di violentarla. Fuggita dalla chiatta, fa amicizia con un giovane gitano, soprannominato "la donnola", i cui furti incitano l'ira dei contadini del villaggio vicino. Ma è l'incontro fortuito con Georges Raynal, il rampollo della famiglia più importante della zona (il padre sfoggia un bolide da far invidia persino “al signor Citroen"), a cambiare la vita di Gudule, non prima di aver affrontato una serie di ulteriori difficoltà, che vedono rientrare in scena lo zio malvagio.
Tra le prime opere di Jean Renoir, risalente quasi ad un secolo fa, precedente al sonoro tuttavia sorprendetemene moderna nell'utilizzo del linguaggio cinematografico (come nel montaggio, vedasi la sorprendente scena in quick cutting dove Gudule è aggredita dallo zio). Una storia melodrammatica, ma non priva di senso dell’umorismo, una favola bucolica semplice seppur ricca di svolte e colpi di scena, mantiene come filo conduttore proprio l’elemento idrico del titolo: la vita sul barcone, il padre che muore cadendo fiume, l'assalto al caravan dei gitani mentre Gudule è a prendere l'acqua, la pioggia battente che le bagna il viso mentre sogna, lei che lava i piatti ne lavello, il cattivo punito con un tuffo nel fiume.
L’ambientazione campestre viene resa dal regista attraverso un realismo naturale, mentre l'elemento fiabesco si scatena nella visionaria sequenza onirica, una fantasia surrealista creata utilizzando tutti gli effetti speciali allora disponibili. La meravigliosa colonna sonora supplisce degnamente all'assenza di dialoghi.
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