Regia di Carlo Borghesio, Mario Soldati vedi scheda film
Un vecchio appena tornato in Italia dopo essere diventato ricco in America, si incapriccia di rappresentare al cinema la sua storia d'amore giovanile con una bellissima ragazza: serve un'attrice e tutte le altre maestranze. Il vecchio trasuda quattrini, e molti pensano: piatto ricco, mi ci ficco.
È una discreta commedia italiana anni '30, moderatamente divertente, servita da buoni attori, ma che pure presenta in modo chiaro i suoi difetti.
Il soggetto e la trama sono buoni e da alto potenziale, è però evidente che sfuggono di mano di mano ai registi, forse perché tiravano il carro chi da una parte e chi dall'altra. Deleterio, questo, per la riuscita del film. La bontà del soggetto è anche merito ad uno noto nel cinema, ma non molto nel mondo della commedia, cioè Raffaello Matarazzo, autore della sceneggiatura. Forse che Mararazzo e Soldati a briglia sciolta non avrebbero saputo sfornare un buon film?
È inoltre evidente la mancanza di passo e sequenze che avrebbero dovuto e potuto sviluppare alcuni begli spunti, mancanza che la breve durata rende poco giustificabile. Si pensi, ad es., a quello della finta brava ragazza, e della vera brava ragazza, contrasto introdotto con della buona ironia, ma dopo un po' tirato via alla svelta. E il padre della prima che fa la stessa recita della figlia.
Sono anche divertenti i rimandi ironici all'ambiente del cinema, al vampirismo dei produttori, e ai profittatori che in genere bazzicano quel mondo.
Qualche produttore vero, in questo caso, ha pasticciato un po' questo film: sono sicuro che, se Mario Soldati fosse stato da solo con la sediola e il megafono, il film ne avrebbe di certo giovato, e avremmo avuto un'altra ottima commedia italiana simile a quelle di Camerini e de Sica dello stesso periodo.
Bravi, comunque, gli attori, Adesso vien voglia di rivedersi “Darò un milione” di Camerini o “Maddalena zero in condotta” di de Sica.
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