Regia di Julien Duvivier vedi scheda film
Due attori di alto lignaggio: Harry Baur (che dieci anni dopo sarebbe stato torturato e ucciso dai nazisti) nei panni del commissario Maigret e Valerij Inkižinov (che non è mai esploso ma non era da sottovalutare) che fa il cattivo. Un regista quantomeno affidabile come Julien Duvivier e un autore di culto come Georges Simenon. E poi basta. Mica niente, certo. Ma Il delitto della villa, sebbene abbia qualche idea di regia abbastanza interessante per l’epoca e una dignità di realizzazione tutt’altro che disprezzabile, non regala le emozioni e la tensione che un giallo dovrebbe avere.
Tutto si capisce nei primi dieci minuti in questo convenzionale giallo psicologico irrimediabilmente datato per quanto fascinoso nelle sue atmosfere fumose e cupe. Il reale giallo era la collezione di sospiri regalatami da sua santità Paolo Mereghetti, che era seduto pochi posti lontano da me: si stava annoiando o era soltanto preso dall’azione? Al dizionario l’ardua sentenza.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta