Regia di Edmund Goulding vedi scheda film
"Grand Hotel" è il classico esempio di film premiato dall'Academy con l'Oscar, ma fatalmente invecchiato (quanto sarebbe stato più giusto premiare invece, nello stesso anno, "Il dottor Jekyll" di Mamoulian o "Mancia competente" di Lubitsch). Rivisto oggi, può interessare come parata di stelle della Mgm di allora: alcuni danno buone interpretazioni, soprattutto Greta Garbo nella parte della ballerina russa Madame Grusinskaja (che ad un certo punto pronuncia una frase che sembra anticipare il suo precoce ritiro dalle scene), una giovane ed energica Joan Crawford, i due fratelli Barrymore fra cui qui preferisco John, Wallace Beery un po' troppo gigionesco e altri che il pubblico odierno sicuramente ignora. Però le storie che si intrecciano nella cornice dell'albergo sono in genere melodrammi di levatura non troppo raffinata, la regia è spesso statica e teatraleggiante, del resto il regista di fiducia della Garbo Edmund Goulding non è mai stato un mago della macchina da presa. La morale sembra essere "Grand Hotel, gente che va, gente che viene, tutto senza scopo". Consigliato soprattutto ai nostalgici del cinema dei divi di una volta.
Voto 7/10
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