Regia di Peter Brook vedi scheda film
Classico adattamento del noto testo teatrale di Peter Weiss "La persecuzione e l'assassinio di Jean-Paul Marat rappresentato dai ricoverati del manicomio di Charenton sotto la direzione del marchese de Sade" (1964). Si tratta di un efficace teatro nel teatro nel cinema, dove il mezzo cinematografico si addentra con toni a volte deformanti nell'ambiente oppressivo del manicomio-palcoscenico. La dialettica tra il pessimista e irrazionale marchese, fautore di una natura crudele, e il razionalmente utopico Marat, è in realtà anche ribaltabile: nell'uno si profila un pensiero dominato dalla disillusione libertina, l'altro si immerge nella follia della violenza (non solo nella fatale vasca da bagno...); il primo viene internato, il secondo no, ma entrambi vanno incontro al fallimento. La ripresa filmica di Peter Brook, già importante regista teatrale, sa avvalersi del mezzo tecnico con le inquadrature deformanti, il montaggio a volte visionario, le luci algide e sporche; la lezione di Brecht sta a fianco di Artaud in una realizzazione equilibrata, sezionata da interventi musicali da musical grottesco (primaria è l'importanza della compagnia dei pazzi, che risolveranno tutto con una rivolta violenta e un elogio alla copulazione), recitata da attori stupendi (in primis il mai troppo lodato P. Magee e G. Jackson, che ha qui il suo prestigioso esordio). 8
Godibile Richard Peaslee.
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