Regia di Jacques Tourneur vedi scheda film
Produzione AIP particolarmente curata, ben scritta, recitata e diretta. Ma priva del fascino che contraddistingue le simili (e contemporanee) regie di Corman ispirate da Allan Poe. Né horror, tantomeno commedia ma solo uno spento esemplare di perfezione fine a se stessa.
Waldo Trumbull (Vincent Price) è uomo opportunista, cinico, spietato e accanito amante della bottiglia, pertanto spesso in stato d'ebbrezza. Sposato con Amaryllis (Joyce Jameson) unicamente per tornaconto economico, gestisce un'azienda di pompe funebri, assieme al brigante Felix (Peter Lorre). Quando il sig. Black (Basil Rathbone), proprietario dello stabile nel quale alloggia, sollecita il pagamento dell'affitto -arretrato di un anno- Trumbull, accompagnato da Felix, si introduce nottetempo nella lussuosa tenuta del padrone di casa, con intenzioni tutt'altro che amichevoli.
Produzione targata AIP (la stessa del ciclo diretto da Roger Corman con Vincent Price nelle libere riletture di Edgar Allan Poe) e sceneggiata dal grandissimo Richard Matheson. Alla regia, il geniale (altrove) Jaques Tourneur all'epoca già firmatario di alcune perle tipo Il bacio della pantera o La notte del demonio. In questo caso, come già era accaduto per I maghi del terrore di Corman, la produzione opta per conferire al girato un taglio puramente ironico, assolutamente lontano dall'horror.
L'istrionico Price può garantire la tenuta del film, valorizzato sostanzialmente dall'ottimo cast artistico (Lorre, Karloff e Rathbone). Purtroppo il registro da commedia non è affrontato con totale immersione nel genere, così come l'eccellente scenografia, dal raffinato taglio teatrale, non è calata in un contesto del terrore (termine che rimane, senza senso, solo nel titolo). Il clan del terrore finisce così per essere uno di quei titoli che fanno rimpiangere la scelta della produzione, sbandata per l'incoerente registro narrativo nel nutrito parco di opere "che potevano essere ben migliore cosa".
Né commedia, tantomeno horror. Si ride poco, anche se i dialoghi -soprattutto all'inizio- sono molto curati e incisivi, e di brivido non c'è traccia. Anche calato all'epoca della realizzazione (1964) rimane un raffinato esercizio di stile (perfetta la regia di Tourneur) sviluppato sul vuoto di contenuti.
Un prodotto destinato a chi ha apprezzato i validi protagonisti (con in testa l'inarrivabile Vincent Price) e vuole -per completezza e/o curiosità- vederli rivivere sugli schermi. Si astengano tutti gli altri o chi cerca emozioni, divertimento e tensione.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta