Regia di Clarence Brown vedi scheda film
Una pellicola dolce, e morbida come il.... velluto.
Ho voluto rivederlo perché era un classico della Rai nei tempi che furono, che riempì molti pomeriggi d'estate, ma anche prime serate.
Rivisto oggi, appare quasi un festival dei buoni sentimenti, decisamente zuccheroso, ma anche un prodotto realizzato con indiscutibile abilità dal consolidato artigiano Clarence Brown, e da un vivaio di attori giovani o alle prime armi. Impossibile sorvolare su quella che sarebbe diventata una delle dive più capricciose, volubili e chiacchierate di Hollywood, cioè Elisabeth Taylor, qui poco più che bambina. Poi troviamo una Angela Lansbury nel fiore degli anni – la quale però la maggioranza del pubblico ricorda in ruoli che ricoprì da più che matura – e un Mickey Rooney ragazzo, che da vecchio sarebbe rimasto quasi uguale.
Vedere la Taylor con le sue guancette che gioca a cavalcare il cavallo dei suoi sogni con una cordicella seduta sul suo letto.... beh, è zucchero filato o melassa che dir si voglia, ma che volete, l'abilità di Clarence Brown e un'aria ingenua che aleggia sul film ce lo rende sopportabile.
Rivisto oggi appare un prodotto professionale, troppo edulcorato e buonista, ma ancora capace di catturare l'attenzione e di far sognare i bambini. Ed è forse la pellicola che fondò il sottogenere “film di cavalli”.
Una curiosità sull'ambientazione: Brwon riuscì a far passare una baia e alcune colline della California per un paesaggio inglese, scegliendo bene il luogo e filmandolo nella breve finestra di tempo in cui l'erba è verde come sulle isole britanniche....
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