Regia di Paolo William Tamburella vedi scheda film
Biancaneve e il Principe Azzurro vengono rapiti con l’inganno dal perfido Principe Nero. I sette nani, avvertiti da un sogno premonitore, accorrono a salvarli.
Può non essere un capolavoro (in effetti non lo è), ma questo I sette nani alla riscossa è senz’altro un film fuori dagli schemi, quantomeno per la produzione italiana del 1951. Il cervello dell’operazione, in linea di massima un sequel con attori umani del cartone animato di Walt Disney uscito nel 1937 – e quindi della favola ideata dai fratelli Grimm, è Paolo William Tamburella: regista, sceneggiatore (da un soggetto di Wanda Petrini) e produttore, peraltro già noto in quest’ultima veste grazie a Sciuscià (Vittorio De Sica, 1947), nonché al relativo Oscar. Il lavoro di per sé è frutto di discreto mestiere, ma dal budget evidentemente modesto e certo nel complesso non particolarmente memorabile; nel cast, oltre ovviamente a sette attori di bassa statura, troviamo una Rossana Podestà agli esordi nei panni della protagonista, e poi Roberto Risso, Georges Marchal, Ave Ninchi e Guido Celano; da segnalare anche la colonna sonora di Alessandro Cicognini, la fotografia di Aldo Giordani e il montaggio affidato al futuro regista Giuseppe Vari. Ritmo discreto e storia un po’ stiracchiata per un prodotto essenzialmente destinato al pubblico dei giovanissimi (e genitori). Per l’italoamericano Tamburella si tratta della terza e ultima regia: morirà prematuramente poco dopo. 4/10.
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