Regia di Gianni Grimaldi vedi scheda film
Nonostante il tentativo di fornire un'attenuante letteraria onorevole come quella del soggetto tratto da un racconto di Vitaliano Brancati, la storia di questa Governante è davvero di poca consistenza e tutta giocata sulla più classica serie di luoghi comuni italioti (e in particolare qui 'sicilioti') che in quel periodo imperversavano nel vasto filone della commedia sexy: il 'masculo' conquistatore, la donna sottomessa, la virilità è potere, famiglia patriarcale e fallocrazia, senso del pudore etc. Roba che cominciava ad essere sorpassata già ai tempi. La sceneggiatura è firmata dal regista; non mancano scenette erotiche di accoppiamenti e masturbazione femminile, anche il linguaggio si adegua ai bassi standard della situazione. Fra gli interpreti ci sono buoni nomi (Vittorio Caprioli, Turi Ferro, Paola Quattrini, Agostina Belli, Pino Caruso), ma sono tutti palesemente sprecati. C'è anche la francese Martine Brochard (cioè proprio la governante del titolo), che con questo ruolo si aggiudicò la Maschera d'argento e venne lanciata nella carriera nei film 'di genere', non disdegnando quindi un'apparizione su Playmen (1982), per poi dedicarsi principalmente a teatro e fiction televisive. Si salvano quantomeno le musiche di Piero Umiliani. 2/10.
In un'altolocata famiglia sicula arriva la nuova governante francese; tutti i membri maschi della famiglia la bramano, ma la ragazza è lesbica. Scandalo enorme.
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