Regia di Eli Roth vedi scheda film
L'idea di base non è affatto male, bravo, bravino Eli Roth che dirige e sceneggia il film supportato dalla produzione esecutiva di quel ‘mostro sacro’ (non per me) di Quentin Tarantino.
Al regista americano non manca certo l'ispirazione, ce lo dimostra con questo "Hostel" dinamicamente ordinario che anticipa per alcuni aspetti porcherie di elevata caratura tipo "EuroTrip" e similia. Ma l'ossatura portante del dramma è un connubio di sadismo inconcepibile e una fantasia paradossale intelligente. Vivere almeno per qualche istante al di fuori di quella bolla "ruotiniana", vivere al massimo. Emozioni forti che scuotono il corpo e la mente. I protagonisti indiscussi? Delle eccentriche persone di un certo ceto sociale, o sarebbe meglio affermare danarose e quindi disposte a spendere ingenti somme di denaro, con l'unico scopo di riacquistare quella adrenalina persa che rende vivo l'uomo, e il sistema criminale che lo permette.. Un hobby, un passatempo perverso fuori da qualunque etica morale umana. Ciò che rende interessante il film è sicuramente questo aspetto. Per il resto la trama è ben poca cosa: tre ragazzi, Paxton (Jay Hernandez), Josh (Derek Richardson), Oli (Eythor Gudjonsson) due americani e uno islandese viaggiano in interrail per tutta l'Europa (monto stereotipata), con l'unico intento turistico "scopereccio" e di sballo. Da l'Olanda alla Slovacchia il passo è abbastanza breve ma motivatissimo.. A Bratislava in un ostello ci sono le più belle fanciulle di tutta Europa, vogliose di interagire intimamente con stranieri in vacanza.. Ignari del grande pericolo a cui vanno incontro si lasciano convincere da un organizzazione, un recluta cavie..
Il film come al solito legato indissolubilmente al suo genere, non supera la soglia del semplice intrattenimento, ma tutto sommato ci troviamo di fronte ad una prova dignitosa. Pericolo scampato perchè avrei creduto al peggio come mio solito pensare.
5/10
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