Regia di Michele Soavi vedi scheda film
Ex terrorista di sinistra, poi guerrigliero nella giungla sudamericana per sfuggire a una condanna all'ergastolo, Giorgio (Boni) torna in Italia alla ricerca della riabilitazione e di un futuro all'apparenza rispettabile. Assoldato da un boss malavitoso che gestisce un night club, Giorgio arraffa denaro sporco con ricatti e violenze, fino a quando la grande occasione non gliela offre Anedda (Placido), vice questore della Digos: rapinare un portavalori accordandosi con altri malavitosi. I due, arricchiti dopo essersi spartiti il bottino ed eliminati i complici, si dividono: Giorgio va nella provincia del nord-est, apre un locale ed è prossimo al matrimonio con una ragazza di buona famiglia (Nedelea). Ma il passato ritorna nella vesti di Anedda...
Intricato e confuso, affidato alle mani di un regista mediocre e partito dalla penna di uno scrittore discutibile (Massimo Carlotto, che al cinema aveva già dato il suo autobiografico Il fuggiasco), Arrivederci amore, ciao non disdegna incursioni nello splatter, tutto a servizio di un cinismo di fondo senza alcuna spiegazione, coronato da un finale crudele con tanto di delitto senza castigo. Nello stesso periodo epilogo analogo lo hanno avuto Match point di Woody Allen, Cacciatore di teste di Costa-Gavras, La terra di Rubini: un indelebile segno del fatto che mala tempora currunt?
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