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Arrivederci amore, ciao

Regia di Michele Soavi vedi scheda film

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La recensione su Arrivederci amore, ciao

di hallorann
6 stelle

Michele Soavi, ex aiuto regista di Dario Argento, regista affermato e prolifico di fiction Mediaset (ULTIMO, UNO BIANCA, L’ULTIMA PALLOTTOLA), nel 2006 è tornato a dirigere per il cinema a distanza di anni dai quattro horror girati tra il 1987 e il 1994. Stavolta ha messo per immagini depurate da scorie televisive il romanzo noir ARRIVEDERCI AMORE, CIAO di Massimo Carlotto, padovano di nascita ma cagliaritano d’adozione, storia di un ex terrorista e guerrigliero cinico senza cuore che svende i propri ideali per ritornare in Italia prima come socio di un malavitoso, poi come informatore di un alto funzionario della Digos, infine ristoratore semiriabilitato, sposato ma non per molto. Se il romanzo è il cupo ritratto di un opportunista, un infame senza morale e senza alcuna fede, radiografia pessimista di una certa Italia (il Nordest, gli sbandamenti post-terroristici etc.), il film segue abbastanza fedelmente il bel noir di Carlotto, nella cronaca (ridotta) degli eventi e nei personaggi, nell’utilizzo sarcastico e crudele della famosa hit anni ’60 di Caterina Caselli del titolo, toppando però in altri aspetti. Il protagonista Giorgio Pellegrini interpretato dall’emergente Alessio Boni (LA MEGLIO GIOVENTU’) convince a metà, monocorde e dalla sfrontata fissità, troppo giovane e poco credibile per il ruolo; il vice-questore Anedda “elegante fuori marcio dentro” è eccentricamente interpretato da un sempre più bravo M.Placido; funerea, poco sexy e ossuta I.Ferrari; prestigioso cameo di C.Cecchi come politico corrotto; A.Fassari è un ex terrorista rifugiato a Parigi che ricorda lo scrittore di best-seller Cesare Battisti ora latitante. Soavi è regista di genere, muove bene la m.d.p., costruisce con mano sicura le scene poliziesche e delittuose della vicenda, senza impressionare a dire il vero, tralascia e trascura invece i temi sociologici e politici del libro. Nell’insieme non sembra avere modelli ispirativi. Finora le trasposizioni cinematografiche dei romanzi di Carlotto non hanno ancora dato buoni frutti, certo ARRIVEDERCI AMORE, CIAO è superiore al bruttissimo IL FUGGIASCO di A.Manni ma è una sufficienza risicata.

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