Regia di Gore Verbinski vedi scheda film
Questo film è una storia. Nient’altro che una storia. Senza giudizi di merito, senza morali pre-costituite o moralismi di sorta. È la storia di un uomo sfortunato, tranne che, a quanto pare, sul lavoro (remunerato bene e per niente impegnativo); un uomo che lotta sul filo dei nervi, sconfitto dalla vita, in perenne lotta per la sopravvivenza, sempre in bilico sull’orlo tra la redenzione e la sconfitta. I figli non lo apprezzano, il padre addirittura lo disprezza, la moglie vive con un altro uomo. Questo vivere sempre sotto pressione, tra complesso edipico e ansia da prestazione è una condizione che però non si rivelerà perenne…
La valutazione della storia, scritta alla grande da Steven Conrad e tradotta dall’ottima regia del veterano Gore Verbinski, può essere, come spesso accade, soggettiva; eppure nessuno potrà negare, nemmeno il ciccione stravaccato sul seggiolino accanto, immerso in un mare di popcorn e risate, che la vena amarissima di questa bella tragicommedia è più forte di un pugno nello stomaco, più sconvolgente di un zoccolo di cavallo e più debilitante di un intero vassoio di McDonald’s rovesciato sul tuo cappotto nuovo.
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