Regia di Stephen Gaghan vedi scheda film
In aggiunta a quanto scritto in precedenza, il mio voto di sufficienza è motivato dal messaggio che viene convogliato dal film. Ad un certo punto, un pezzo grosso americano(che non si capisce bene chi sia e che cosa esattamente rappresenti) dichiara che la corruzione non è solo parte del sistema ma è elemento costitutivo del sistema. Frase forte questa, che ci si aspetterebbe essere pronunciata da un no global, e che fa riflettere. Così come fanno riflettere le idee che vengono istillate e imposte nelle madrasse e che gettano ombre molto cupe sul nostro prossimo futuro. Per ultimo e a scanso di equivoci, il non fare nomi non è di per sè un elemento negativo. Anche Francesco Rosi non fa nomi reali nel suo "Mani sulla città", ma la sua denuncia è reale, pesante come un macigno perchè tutti noi comprendiamo a cosa si riferisce la sua denuncia. In Syriana, invece, tutto sembra più sfumato, probabile più che reale, possibile più che autentico. Più che un atto d'accusa sembra un film del genere fanta-politico: ecco perchè non mi convince del tutto. Ma non andrebbe del tutto rigettato, perchè qualcosa si salva: il tentativo fallito del figlio dell'emiro che vorrebbe affrancarsi dalle pressioni americane e pensare di più al suo popolo, per esempio. Oppure la stessa figura sciatta e sbiadita di George Clooney: è così che la CIA tratta gli "expendable" e cioè i sacrificabili. Non c'è dubbio.
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