Regia di Tano Cimarosa vedi scheda film
Storie di mafia nel messinese. Gaetano Frasca, picciotto di modesto peso nella 'famiglia', farebbe di tutto pur di difendere l'onore della figliastra. Naturalmente, alla morte di un rivale, sarà il primo accusato dell'omicidio.
Terza regia, nonchè ultima, per un caratterista siciliano che riscosse la fetta maggiore del personale successo nel corso degli anni Settanta; al declinare del cinema 'di genere', anche la carriera di Tano (Gaetano) Cimarosa si incamminò sulla fase discendente della curva. Nel 1981 giunse così a dirigere una pellicola da lui stesso scritta insieme a Lorenzo Artale e Giuseppe Messina e ambientata nella nativa Messina, con sè stesso come protagonista con un personaggio di nome Gaetano: non fosse che si tratta di una storia di mafia e onore, verrebbe da pensare che qualcosina di autobiografico ci sia. Più che il solito gangster movie o un polpettone sugli 'uomini di parola' da cui il titolo, il film è in effetti un melodramma 'dei tempi nostri', crudo nel linguaggio e nelle situazioni, amaro nelle considerazioni di fondo. Oltre al regista compaiono in scena il fratello Michele, Ria De Simone, Luca Sportelli e Leonora Fani; che il budget sia ristrettissimo pare evidente dalla prima all'ultima scena, ma quantomeno va riconosciuta la buona volontà di Cimarosa, che fa di necessità virtù per portare a compimento un lavoro in qualche modo, come visto, personale. Ma ciononostante davvero misero, soprattutto dal punto di vista estetico, nonchè diretto con una certa approssimazione tipica di un regista di ripiego. 2/10.
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