Regia di Mario Gariazzo vedi scheda film
Ciò che di positivo c'è in questo film è tutto racchiudibile nelle bellezze della natura (più o meno) vergine che fanno da sfondo alla quasi totalità della pellicola. Se i paesaggi sono affascinanti, però, non si può dire altrettanto degli interpreti e della storia: limitati i primi quanto la seconda, scritta con approssimazione da Franco Prosperi, l'ideatore (con Cavara e Jacopetti) di Mondo cane, da cui derivò l'atroce filone dei cosiddetti mondo movie. Solita minestra: indios selvaggi buoni e civilizzatori bianchi cattivi, un amore impossibile ed una massiccia dose di sangue a testimoniare che 'siamo qui per il brivido' e gli effetti speciali. Teste mozzate ed assatanati accoppiamenti sessuali si confondono fra gli sbadigli dello spettatore, fino all'assurda pretesa della dichiarazione conclusiva, che vorrebbe far credere a qualcuno l'autenticità della storia raccontata (o forse meglio: farneticata). Gariazzo non combinò granchè come regista e non è difficile intuire perchè; il progetto del film nacque come sequel di Cannibal holocaust (di Ruggero Deodato), di qualche anno prima, il che la dice lunga sulle aspettative infime in esso riposte. 2/10.
Diciottenne rimane orfana durante un viaggio in Amazzonia; rapita dagli indigeni, si innamora di uno di loro e scopre le atrocità dei bianchi.
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