Regia di Mario Gariazzo vedi scheda film
L'esorcista usciva nel 1973 e otteneva un indiscutibile successo immediato: inevitabile che si verificassero da subito i più disparati tentativi di imitazione per 'cavalcare l'onda'. Nel suo piccolo anche il mestierante Mario Gariazzo, con una storia sceneggiata da Ambrogio Molteni su un soggetto del regista stesso, prova a scimmiottare il lavoro di Friedkin: ma chiaramente ben poco ci si può aspettare da questa pellicola a bassissimo budget, con un cast non eccezionale (Gabriele Tinti, in un ruolo laterale, è il nome più celebre) e dall'eccessiva tendenza al morboso-sessuale, fra nudi gratuiti e accoppiamenti insistiti (fra l'altro, va ricordato, pure con un Cristo sceso da un crocifisso: tanto per rendere più facile il lavoro alla censura). Nel suo piccolo, va riconosciuto, L'ossessa non delude clamorosamente: ma i limiti del prodotto sono davvero ristretti. Musiche di Marcello Giombini, Ted Rusoff collabora ai dialoghi, pare che gli effetti speciali siano curati - non accreditato inspiegabilmente nei titoli di testa - da nientemeno che Carlo Rambaldi (già famosissimo anche oltreoceano: possibile quindi?); mistero finale nella nota di apertura del film: "tratto da una storia vera". Mah. 2/10.
Un crocifisso a grandezza umana si anima e violenta una restauratrice. Da qual momento la donna sarà un'indemoniata ninfomane, che solamente un esorcista potrà guarire.
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