Regia di Delmer Daves vedi scheda film
Strano titolo per un film in bianco e nero. In ogni caso, il nome Delmer Daves è una garanzia, e questa pellicola ne è la conferma. Siamo infatti in presenza di un solido melodramma con venature noir, teso e denso, sia nella costruzione, che nei temi, come nei dialoghi. Il tema centrale non è nuovo al cinema, ma è uno di quelli che ha sempre qualcosa di nuovo da dire e non sarà mai ripetuto troppe volte. Il passato non sdoganato prima o poi si rifà vivo prepotente, i crimini nascosti presto o tardi vengono alla luce, il male non si può seppellire e annullare, ma bisogna pagarne il conto (meglio volontariamente, perché farlo per forza vuol dire la tragedia). L'intenzione dell'autore di un crimine di annullarlo, di nasconderlo, dimenticarlo, impedire che altri lo scoprano è destinata a fallire senza eccezione.
Anche la definizione dei personaggi è puntuale e riuscita. In particolare interessante è E. G. Robinson, che è perfetto come uomo oscuro e tormentato da passioni sotterranee e inconfessabili. In lui prende corpo l'amore morboso e smanioso, che amore anzi non è, perchè si spinge fino al delitto e deborda nell'odio. Ben definita è anche la fidanzata di lui, donna ambiziosa e avida, che mette il denaro e la vita agiata innanzi all'amore, e che perdipiù si lascia tentare dal guardiano del bosco, personaggio per nulla raccomandabile. Ciò che veramente è quella donna si vede quando soccorre l'uomo dopo che si è preso un meritato cazzotto sul grugno.
Di grande fascino è anche l'ambientazione: il bosco labirintico pieno di sentieri tortuosi e spesso terminanti in un fondo cieco, le sue malsane paludi, il vento che stormisce di notte tra le fronde, producendo un effetto alquanto inquietante. Ma è la presenza di quella casa maledetta, teatro di sì efferati crimini, a conferire un'atmosfera sinistra a tutta la selva.
Alcuni momenti sono di grande suggestione, come la visione della squallida casa mezza sommersa dall'aquitrino, e E. G. Robinson che si lascia affondare tra le acque putride seduto immobile nella sua macchina.
Rimane solo da chiedersi perché un film di questo livello abbia aspettato dal 1947 al 2010 per essere mostrato in TV (all'una di notte), in una versione per giunta che si può presumere un deteriorato riversamento su video tape avvenuto agli albori di questa tecnologia, a partire da una pellicola già piuttosto malconcia.
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