Regia di Edward Dmytryk vedi scheda film
Pur con qualche stonatura e forzatura eccessiva che non ne guastano però la riuscita, il film resiste discretamente all'usura del tempo, grazie inanzitutto alla robusta regia di quell'enorme cineasta che fu Edward Dmytryk e all'interpretazione convincente di un ispirato Kirk Douglas. Il regista fece probabilmente di meglio nei suoi gloriosi 44 anni di carriera (dai suoi capolavori noir anni '40, fino ai suoi drammi molto robusti del decennio successivo) eppure i lampi del suo famoso talento sono presenti; quella sua straordinaria capacità durante le riprese di trasformare fiacche sceneggiature in ottimi adattamenti cinematografici anche in questo caso fa sì che il film meriti assolutamente di essere riscoperto, tenendo conto che Dmytryk era fresco reduce dalla "riabilitazione" dopo l'esilio maccartista. Finito nella lista nera ed incarcerato per un breve periodo (si rifiutò in un primo tempo di fornire nomi) fu riaccettato ad Hollywood solo dopo aver collaborato con la commissione). Ed è proprio in questo che vanno ragionate alcune scene del film, non scrivo quali per non rivelare nulla, come evocative ed accusatorie (da rivedere per lo stesso motivo il suo "Cristo tra i Muratori" girato da esule in Inghilterra, nel '49). Si sente la mano del produttore Stanley Kramer, che doveva inizialmente girare il film. Specifico Filmico: 7
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta