Regia di Otto Preminger vedi scheda film
Film fuori dal gruppo per quanto riguarda Preminger. Il tono è quasi leggero, poco drammatico, ed è forte la componente religiosa della vicenda, come pure non mancano originali riflessioni sul male nel mondo e sugli errori umani. La Seberg, oltre che bella, è molto brava nel rendere l'afflato spirituale della Pulzella d'Orleans, le sue preghiere rivolte al cielo, la sua devozione, la sua fede, e la sua forza morale. La vicenda, tuttavia, non viene raccontata con precisione, non so se a causa di mancanza d'informazione degli sceneggiatori o cosa. E' vero che Giovanna d'Arco prima rinnegò le sue ispirazioni su minaccia della tortura e del rogo, ma poi ritrattò e fu infatti condannata. Tuttavia ciò non avvenne, come si dice nel film, perché lei non volesse passare il resto della vita in galera, tagliata fuori dal mondo esertiore e dalla natura (che renderebbe le sue motivazioni un po' deboli e forse banali), ma perché le voci che sentiva le dissero che se non avesse ritrattato il rinnegamento si sarebbe dannata eternamente. E' proprio questo eroismo, questa fedeltà assoluta alla volontà di Dio, alla coscienza, e alla verità - anche su minaccia di morte - che la fanno così grande e santa. Quanto poi al processo, il tribunale che la giudicò fu completamente comperato dagli inglesi, ai quali premeva di sbarazzarsi di un personaggio tanto scomodo. Per questo motivo, si volle fare in fretta ed impedire l'appello al Papa. Nel film, invece, si dice che l'inquisitore fosse sinceramente convinto della sua colpevolezza e che l'avesse condannata in coscienza. Ciò che spaventa, però, fu che nella realtà chi la condannò sapeva che era innocente, ma volle farlo ugualmente per denaro e opportunismo politico. E' un film dignitoso, comunque inferiore ai capolavori di Preminger, del quale però apprezzo lo sforzo di raccontare una vicenda così complessa e con forti implicazioni soprannaturali. I film di Bresson e di Dreyer sulla stessa vicenda sono tutt'altra cosa.
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