Regia di Douglas Sirk vedi scheda film
Una storia di passione e di gelosia che ricorda “El” di Luis Bunuel.
Ecco un'opera interessante e poco nota, girata in patria da Detlef Sierck, regista che di lì a poco sarebbe emigrato negli Stati Uniti, e ivi sarebbe divenuto famoso con il nome di Douglas Sirk.
Non a caso il genere del film non è lontano dai suoi film più noti, cioè il melodramma, i sentimenti, i contrasti sentimentali, le passioni e il loro doloroso superamento.
La vicenda vede una giovane e bella promessa sposa svedese prendersi una sbandata per un uomo ombroso e impulsivo di Portorico, pure decisamente benestante, per il quale pianta tutto e tutti, sposandosi subito dopo. A poco a poco l'uomo si rivelerà, però, ben diverso dall'intrepido avventuriero e dall'esteta raffinato che le era sembrato, e lei si troverà prigioniera di un matrimonio che la rende profondamente infelice.
E' una pellicola ben diretta e recitata, dove in particolare si vede in ogni scena la mano di un regista ricco d'inventiva, che rende interessante ogni scena con qualche guizzo di intelligenza, soprattutto quanto a inquadrature e movimenti di macchina. Considerando che siamo nel 1937, tanto di cappello. La protagonista è la diva tedesca Zarah Leander, che forse non fu inferiore alla collega Marlene Dietrich ma che, a differenza di quella, non si trasferì negli Stati Uniti e non recitò in inglese. Il che spiega probabilmente l'oblio in cui è caduta; ma all'epoca era una diva amata e acclamata dal pubblico. Oltre a recitare niente male, la Leander cantava non meno bene della Dietrich, come vediamo in questo film con la canzone che gli dà il titolo.
Le parti migliori del film sono la prima e la terza, mentre quella di mezzo è un po' deboluccia, a motivo della struttura narrativa che sacrifica troppo della vicenda principale per occuparsi di diversi altri personaggi, che lasciano lo spettatore un po' insoddisfatto per l'abbandono dei protagonisti. A parte questo lieve sbilanciamento, la pellicola rivela comunque l'arte di un futuro grande del cinema americano e alla fine non delude. Oltre a ciò, il film si presta a varie riflessioni, come ad esempio sugli errori a cui ci portano le passioni subito assecondate, e a vari pensieri sui vincitori e sui vinti di un destino che sembra regolare tutti i conti, tra punizioni, premi ed espiazione comminati ai vari personaggi.
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