Regia di Guido Malatesta vedi scheda film
A scorrere la lista degli sceneggiatori - cinque, tutti nomi apprezzabili - si potrebbe presupporre che Goliath contro i giganti sia un lavoro che si riscatta dalle miserie (concrete, cioè di mezzi a disposizione, ma anche artistiche) del peplum, il film mitologico in voga in quegli anni. Ma non bastano le firme di Giovanni Simonelli, Arpad DeRiso, Sergio Sollima, Gianfranco Parolini e Cesare Seccia (quest'ultimo anche autore del soggetto) per fare in modo che lo scarso talento di Guido Malatesta e le ristrettezze di budget producano il solito pasticcio in costume antico fra esagerazioni palesi ed effetti speciali risibili. Nota curiosa: l'americano Brad Harris esordisce qui sul grande schermo nostrano, che continuerà a frequentare a lungo sapendosi reinventare sia nel filone spionistico che nello spaghetti western; per il grande Fernando Rey invece non si tratta nè di una novità, nè di una stranezza sul curriculum: ai tempi infatti l'attore spagnolo non aveva ancora raggiunto la fama. Nel cast compaiono anche Gloria Milland, Fernando Sancho e Nello Pazzafini; come prodottino tirato in piedi con due soldi e con il semplice scopo di intrattenere per un'ora e mezza, fa il suo dovere: ma non si chieda a pellicole come questa un briciolo di logica o di verosimiglianza. Imperdibile - assolutamente imperdibile - il mostro in stile Loch Ness creato con tanta cartapesta e poca abilità. 2,5/10.
Il nerboruto Goliath si innamora ricambiato di Elna, schiava che era stata mandata dal tiranno Bocan a ucciderlo. A questo punto all'eroe muscoloso non rimane che detronizzare Bocan e riportare la pace.
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