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I topi

Regia di Robert Siodmak vedi scheda film

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La recensione su I topi

di Baliverna
6 stelle

Robert Siodmak è quello di alcuni grandi noir girati in America, ma in questo caso è tornato in patria per girare questo cupo dramma post-bellico. A dire il vero siamo già nel 1955, ma le ferite della guerra nella società si sentono tutte, specie per l'egoismo diffuso, e il cinismo di molti. Bisogna dire, tuttavia, che il regista rende qui molto al di sotto dei suoi capolavori d'oltreoceano.
Intendiamoci, comunque non è male. E' un film che si lascia guardare e non è mai noioso. A pesare è forse la tristezza e la disillusione che comunica (che Siodmak deve aver percepito appena tornato in Germania) e a tratti anche la sgradevolezza. La protagonista è interpretata da una versatile e impegnata Maria Schell, una ragazza messa incinta e abbandonata dal suo uomo, il quale "vuole solo il piacere e non la responsabilità". Questa accusa agli uomini dell'epoca è proferita più volte da alcuni personaggi durante il film. Il suo personaggio alterna atteggiamenti da spostata, da donna piena di odio e rancore, e da madre affettuosa. La vicenda è di quelle di cui si sente fin da subito che andranno a finir male.
Dalla pellicola si riceve un senso di amarezza e forse di disperazione, sentimenti che da noi si trovano nei film neorealisti di De Sica.  La Germania bastonata dal conflitto si stava ancora leccando le ferite, e la rinascita degli anni '60 era lontana.

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