Regia di Fausto Brizzi vedi scheda film
Durante i giorni caldi del giugno del 1989, un gruppo di giovani si prepara agli esami di maturità. C’è chi rischia di non essere ammesso (e infatti, bocciato, andrà nella Berlino che si appresta ad abbattere il Muro), chi si innamora, chi accoglie con sostanziale nonchalanche una gravidanza inaspettata, chi si fa le proverbiali canne dopo avere sfasciato la porsche del papy in una specie di “notte brava”. Ispirato (d)all’omonima canzone di Antonello Venditti (molto saccheggiato dal cinema: In questo mondo di ladri, Ricordati di me...), l’abituale sceneggiatore dei cinepanettoni natalizi targati De Laurentiis, Fausto Brizzi, mette la quinta e debutta nella regia. Dietro le “inquietudini” dei fanciulli figli della media borghesia romana non ribolle nulla, solo qualche disincantata disillusione confessata dal professor Faletti, ex sessantottino incarognito nei propri fallimenti. Brizzi e i suoi collaboratori manifestano intenzioni “serie”: contaminare la commediola vanziniana con striature “alte” (qualche battuta che va a segno e qualche “segno” che stride con il contesto: il poster di Palombella rossa, la rievocazione di Woodstock), ma non riesce a uscire dal mediocre flusso in cui il cinema ripiegato sui modelli televisivi e sociali degli ultimi venticinque anni si è inesorabilmente infilato. «Giuro su Tom Cruise che non mi vedi più!» (!), «Claudia è come un goal di Tardelli alla Germania» (!!), «Claudia è come uno sciopero quando c’è un’interrogazione» (!!!). La Sindrome Maria De Filippi/GF6 è sempre in agguato. Aiuto.
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