Regia di Fausto Brizzi vedi scheda film
L'unica ragione per la quale ho guardato questo film è che nel 1989 frequentavo anch'io la scuola superiore, benché non facessi ancora l'esame di maturità. E questo è rimasto il solo motivo anche dopo averlo visto.
La regia mi è sembrata scolastica e piatta; non nel senso che non ha virtuosismi o artifici tecnici, poiché io non li pretendo mai, ma nel senso che mi sembra priva di spessore e incapace di dare consistenza al racconto. La sceneggiatura, da parte sua, è un tentativo non riuscito di ricostruzione d'epoca, di rievocazione nostalgica, di ritratto generazionale. Solo la sequenza finale ha un certo che, ma il merito è tutto della bella canzone di Venditti. Gli unici personaggi un po' stropicciati sono il professore e il ragazzo, ma tra questo e la buona definizione ce ne passa. Gli altri sono degli amorfi elementi senza identità umana.
La rievocazione d'epoca è piuttosto evanescenete. Può contare solo su pochi accenni pertinenti (gli zaini Invicta, i motorini, le pacche sul collo, alcune canzoni...), ma comprende anche alcune gaffe. Si parla ad esempio di "Radio Rai", quando questa è un'espressione usata dall'azienda solo in questi ultimi anni. Allora c'era Radio 1, Radio 2, Stereo 1, ecc. Trovo poi del tutto fuori luogo gli accenni all'imminente caduta del muro di Berlino, e persino ai pezzetti di muro per ricordo... Nel giugno dell'89 nessuno si sognava un evento del genere, neanche la mattina del 3 novembre. E poi diciamocelo, chi ha vissuto quegli anni sa che si stava molto sui libri, specie prima della matura. Questi ragazzi, invece, studiano proprio pochino.
Unica nota positiva del film sono secondo me gli attori. Trovo che non siano affatto male, a cominciare dalla Capotondi, Vaporidis e l'attore che fa l'insegnante. Con un'altra regia e sceneggiatura si poteva fare molto di meglio. Un Pupi Avati o un Moretti avrebbero fatto miracoli.
Lo raccomando solo come curiosità a quelli della mia generazione, e se si ha voglia di vedere qualche ragazza carina (anche ragazzi, credo, per le donne). Il resto è aria fritta.
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