Regia di Fausto Brizzi vedi scheda film
Un film assolutamente evitabile: sia perchè a raccontare la vivacità delle giornate estive dei diciotto-diciannovenni ci hanno già pensato in tanti altri, e l'hanno fatto decisamente meglio di quanto Brizzi possa sperare di fare, sia perchè celebrare gli anni '80 dovrebbe essere reato, punto e basta. Di vedere vecchi spezzoni della tv decerebrata di quegli anni (in cui nacque il concetto di 'tv spazzatura', grazie -?- alle reti private, etc. etc.) o di sentire il Gioca jouer, se ne potrebbe benissimo fare a meno: la decade in questione ci ha consegnato ben di più, ma evidentemente a Brizzi (ed a Martani e Bruno, che con lui firmano la sceneggiatura) questa considerazione non può interessare più di tanto. Non so voi, ma io mi rifiuto di voler ricordare gli anni '80 per Wild boys, The final countdown e altre tamarrate simili: a quel punto, di gran lunga meglio il Venditti che ispira il titolo del film. E che dire di questi personaggetti tristissimi, schiavi di stereotipi risibili e partecipi di giornate noiosamente prevedibili (questo che tradisce quella con la sorella di lei, il professore terribile che ha in realtà un volto umano, bla bla bla)? Niente. Che poi esattamente ciò che essi lasciano allo spettatore. L'amarezza è amplificata dalle vacillanti recitazioni dei vari Vaporidis e Capotondi; 2,5/10.
Esame di maturità alla fine degli anni '80: alcuni ragazzi impiegano il loro tempo, da dedicare piuttosto agli studi, in bravate, passatempi, corteggiamenti più o meno fruttuosi; Luca, nel frattempo, riesce perfino a fare amicizia con la sua bestia nera, il professor Martinelli. E, manco a dirlo, indovinate di chi è figlia la ragazza che piace a Luca?
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