Regia di Rainer Werner Fassbinder vedi scheda film
Una diva ormai sfiorita racconta in musica dei suoi quattro mariti, e di come desideri altri uomini.
All’interno della intensa e variopinta produzione di Rainer Werner Fassbinder non poteva mancare un musical; ma un musical fassbinderiano, si capisce: negli argomenti, nella forma e nell’ambientazione. Pensato come uno show televisivo della durata di tre quarti d’ora circa, Come un uccello sul filo è in buona sostanza un film a budget ridotto incentrato su Brigitte Mira – fra le attrici predilette dal regista – e sulle musiche arrangiate da Ingfried Hoffmann, che compare peraltro anche nella parte del pianista, nella sequenza centrale del lavoro. Una donna-diva, avanti negli anni e oramai sfiorita, divoratrice di uomini è il personaggio centrale del copione scritto da Fassbinder insieme ad Anja Hauptmann e Christian Hohoff; se la figura femminile è così estremizzata, non da meno viene caricaturizzata quella maschile, essenzialmente ridotta a due stereotipi: il macho tutto muscoli e niente cervello oppure il gay più o meno latente. La provocazione in realtà funziona, e indubbiamente per meriti in primis della eccellente Mira; al suo fianco troviamo tra gli altri Evelyn Kunneke (che tornerà subito dopo a lavorare con Fassbinder ne Il diritto del più forte) e l’onnipresente El Hedi ben Salem, la cui relazione con il regista ne ha probabilmente sopravvalutato le doti attoriali. Tre quarti d’ora all’insegna del bizzarro, ma ben confezionati nel contesto del piccolo schermo. 5/10.
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