Regia di Rainer Werner Fassbinder vedi scheda film
Questa volta Fassbinder realizza prima per la televisione ( per poi riversa su pellicola) la sua particolare lettura di "Casa di Bambola" di Ibsen che porta alcune interessanti variazioni al testo.
Interpretato da un gruppo di valenti attori con i quali il regista ha collaborato spesso nelle sue frequenti incorsioni nel teatro come Margit Carstensen (Nora Helmer), Joachim Hansen (Torvald), Barbara Valentin (Signora Linde), Ulli Lommel (Krogstedt), Klaus Lowitsch (Dottor Rank), Lilo Pempeit (Maria), Irm Hermann (Helene), il dramma è la storia di Nora Helmer, moglie di Torvald (integerrimo direttore di una banca), che subisce il ricatto da un impiegato del marito al quale in passato si era rivolta per ottenere un prestito necessario per pagare le costose cure di suo marito seriamente malato.
Venuto a conoscenza dell'infamia della quale si è macchiata la moglie (che è poi stata quella di aver falsificato una firma di garanzia al fine di ottener il prestito), Torvald reagisce irosamente, con conseguente disgregazione familiare.
Mentre nel dramma di Ibsen la storia si conclude con Nora che abbandona il marito e i figli per ritrovare se stessa, la versione di Fassbinder ridimensiona non poco la portata rivoluzionaria della donna regalatale dallo scrittore, nel senso che non le concede più quella importante via di fuga che la rende coscente e coraggiosa proto femminista, ma la lascia passiva all'interno della famiglia per l'oggettiva impossibilità di andare a vivere da sola (che è un gesto di passività e rinuncia).
Sorprendente ribaltamento di prospettiva insomma che Fassbinder spiega molto bene (più che sconfitta, rassegnazione) e che rende la pellicola un interessante documento della rilettura "non conforme" di un testo fondamentale del teatro di fine ottocento fortemente proiettato nel futuro.
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