Regia di Bennett Miller vedi scheda film
Più che un film su Capote, un film su come è nato un suo libro (A sangue freddo), che ha inaugurato, per quanto viene detto nel film, un nuovo genere, cioè il romanzo con fatti reali e concreti (fatti di cronaca nerissima, per inciso). Una volta tanto il titolo italiano ha più senso dell’originale. Philip Seymour Hoffman è superlativo, come spesso gli accade, a recitare nella parte del protagonista. Lui E’ Capote, tanto che non so alla sera come avrà fatto a uscire dalla parte, tanto mi è sembrato calato. Io poi Capote l’avevo spesso sentito nominare, ma non ne conoscevo le gesta. Nel film emerge come un personaggio molto particolare, omosessuale molto femminile negli atteggiamenti e nel parlare, mente lucidissima, istrione. Malgrado la grande interpretazione, il film non è il massimo. Un filino pallosetto, forse troppo lungo, non è che ne sia venuto fuori un capolavoro (siamo tra il 7 e l’8, ma più vicini al 7).
Scopro poi che Philip ha vinto l’Oscar per il migliore attore (ci può stare), che il film era candidato all’Oscar (?), che la Keener era candidata come attrice non protagonista (è la classica brava attrice non protagonista), che pure il regista era candidato all’Oscar (??). Troppa grazia. Ha partecipato anche a Berlino, ma ha perso.
Sempre un piacere vederlo, bravo
La solita brava comprimaria
Gigantesco, Oscar meritato
Routine
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta