Regia di Bennett Miller vedi scheda film
sono stato veramente contento di aver visto questa cine-bio di truman capote. mi è piaciuta molto. è una bella serata in un localino tirato ma senza puzza sotto il naso ad ascoltare jazz ma non dal vivo, sorseggiando vino, fumando e discorrendo di niente. philip seymour hoffman è uno degli attori più bravi, poco sfruttati e male e più belli del mondo. quando poi anche qui in italia arriverà la buona abitudine di vedere i films sottotitolati per gustarsi appieno l'arte di un grande, sarà sempre troppo tardi. bisogna dar atto all'edison a parma che già il lunedì lo fa... si respira l'aria della fine dei cinquanta e dei primi sessanta, come se fosse un film anni sessanta originale. la bellissima musica di mychael danna avvolge le immagini e culla le performances per tutta la durata del film che non pesa e non stanca. la fotografia a volte incanta illuminando tutto di un colore, come la stupenda immagine di philip nella sala dove ci sono le quattro bare tutta che vira al pesca. una lezione contro questo mondo che ti stordisce a furia di urlare che non capisci più nulla. invece ti pare quasi di cogliere il tormento di un uomo fuori dal comune che nulla faceva per adattarvicisi, per arrivare a qualcosa che lo lasciasse. seymour hoffman è veramente monumentale anche doppiato e catherine keener è una di quelle presenze che ti fa piacere di continuare a ritrovare nonostante tutto, per non parlare di chris cooper che è una di quelle facce da monte ruchmore. proprio un bel film, da gustarsi consapevoli di gustarsi qualcosa che non si conosce, magari rovinandolo o profanandolo.
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