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Truman Capote - A sangue freddo

Regia di Bennett Miller vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Truman Capote - A sangue freddo

di hallorann
8 stelle

Superato lo shock della voce praticamente uguale di Philippe Seymour Hoffman a quella di Truman Capote (Toby Jones in INFAMOUS lo è fisicamente) in TRUMAN CAPOTE – A SANGUE FREDDO assistiamo a sei anni (dei sessant’anni complessivi) di vita del brillante scrittore americano, autore di ALTRE VOCI, ALTRE STANZE  e COLAZIONE DA TIFFANY. Nel novembre del 1959 ad Halcomb in Kansas una famiglia viene sterminata, Capote con l’amica d’infanzia Harper Lee si reca sul posto con l’incarico di scrivere un articolo per il New Yorker. Lo scrittore per i modi stravaganti e gli atteggiamenti effeminati, inizialmente, viene visto con diffidenza, ma pian piano entra nelle grazie del detective Alvin Dewey, impegnato nella ricerca dei colpevoli. Viene ben accolto dalla sua famiglia e anche dalla comunità, alterna i soggiorni in Kansas alle serate mondane a New York in cui è solito intrattenere gli amici con il suo humour. Intanto Alvin arresta i due assassini della famiglia Clutter, sono i giovani Perry Smith e Jack Dunphy. Lo scrittore comunica al suo editore che il materiale raccolto e le ricerche che è intenzionato a svolgere ancora produrranno un romanzo-verità. Egli instaura un rapporto molto ravvicinato con i due killer, in particolare con Perry, si prende cura di loro consigliando un nuovo avvocato che prolunghi il giudizio. La vicinanza di Perry è dettata da un’infanzia dolorosa come quella vissuta da Truman. I continui rinvii in appello servono allo scrittore per pubblicizzare l’opera A SANGUE FREDDO, pubblicarlo a puntate sul New Yorker, fare una lettura al pubblico, manca il finale. Capote potrà pubblicarlo solo nel ’65 a confessione di Smith strappata all’ultimo e a sentenza per impiccagione eseguita. Sarà un capolavoro della letteratura ma minerà per sempre Truman Capote uomo.



Il film diretto da Bennett Miller è una riproduzione assai fedele degli avvenimenti che colpiranno profondamente il singolare scrittore e intellettuale in quel lungo arco di tempo. Asciutta e precisa. Un semplice episodio di cronaca nera viene riletto quale fine di un’epoca degli Stati Uniti, esistono due Americhe: una innocente e una violenta, entrambe si confondono tra loro, non sono solo due apparenti e contrastanti dicotomie. L’opera rivoluziona la letteratura stessa, dall’inchiesta giornalistica si giunge ad una vera e propria forma e concezione inedita del romanzo. L’analisi, l’indagine psicologica interiore dei fatti, della provincia del Kansas e delle vite dei due condannati a morte segneranno in modo indelebile la sensibilità umana più che artistica dell’autore. Affogherà nell’alcol, nei sonniferi e nella solitudine il suo rimorso, non riuscendo più a concludere un romanzo. “Si versano più lacrime per le preghiere esaudite che per quelle non accolte” sarà il suo epitaffio tratto da PREGHIERE ESAUDITE, la sua personale RECHERCHE alla Proust rimasta incompiuta. La pellicola di Miller ci restituisce egregiamente atmosfere, inquietudini, ironie, delicatezze, cinismi e ambiguità della vicenda e del personaggio-monstre Truman Capote, grazie all’incredibile e verosimile interpretazione di Seymour Hoffman. Ci mancherà il suo talento.

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