Regia di Rainer Werner Fassbinder vedi scheda film
Germania del XIX secolo. Geesche è una donna ricca e potente, ma è pur sempre donna: sottomessa al marito e a una serie di regole sociali e di relative vessazioni. Decide perciò di emanciparsi con uno strumento semplice ed efficace: l'omicidio.
La libertà di Brema è un testo teatrale scritto da Rainer Werner Fassbinder e da lui stesso messo in scena per la televisione tedesca; questa versione non è molto differente dall'originale teatrale e accompagna una recitazione enfatica a scenografie minimali, luci palesemente artefatte e scarni movimenti di macchina. Peraltro il regista si ritaglia anche un ruolo di contorno, fra i non molti previsti in scena; analogamente in parti laterali compaiono anche Hanna Schygulla e Kurt Raab, mentre la protagonista è Margit Carstensen, attrice prediletta da Fassbinder. Un'ora e mezza di palcoscenico filmato, sostanzialmente, con una netta prevalenza qualitativa dei contenuti rispetto alla forma; il testo si ispira infatti a un fatto di cronaca ottocentesco per denunciare la svantaggiata situazione sociale della donna, argomento purtroppo ancora validissimo nel 1972 in cui il film esce. Appena 27enne, l'estroso cineasta aveva già licenziato una decina di lungometraggi e oltre; in quel solo anno uscì in sala anche Le lacrime amare di Petra Von Kant, uno fra i suoi titoli più noti. 5/10.
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