Regia di Rainer Werner Fassbinder, Michael Fengler vedi scheda film
Cinema tipicamente anni Settanta, post sessantottesco e post godardiano, che frulla tutte le avanguardie possibili ed immaginabili, dalla nouvelle vague al cinema novo di Glauber Rocha, dal teatro brechtiano a Buñuel, dalle sacre rappresentazioni alle enunciazioni di un marxismo filtrato attraverso l’ottica cattolica, passando per la drammaturgia di Carmelo Bene. Il risultato non è uno dei capolavori di Fassbinder, ma, fatta la tara di una certa verbosità di prammatica, è piuttosto riuscito. Le camminate dei personaggi verso il niente cui portano strade che si perdono nella campagna sembrano addirittura anticipare “Il fascino discreto della borghesia” di Buñuel. Le stragi perpetrate dai poliziotti tedeschi e dai militari americani sono lo specchio di un’epoca.
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