Regia di Rainer Werner Fassbinder vedi scheda film
Uno dei "melodrammi sociali" di Fassbinder, un regista morto a soli 37 anni, dopo avere lasciato una quantità impressionante di film, tutti di qualità medio-alta, e con il merito di avere, con il complesso della sua opera, contribuito a svecchiare in maniera radicale il cinema tedesco. "Mamma Küster" è comunque un melodramma, ma nel quale è completamente raffreddata e stilizzata la componente sirkiana, che il regista aveva portato al suo estremo l'anno precedente con "Martha". Qui abbiamo un messaggio "politico", poiché la critica colpisce tutte le tendenze, dalla stampa conservatrice alla sinistra salottiera fino a quella anarchica, ciascuna con le peculiarità, ma tutte a tentare di sfruttare per i propri scopi la tragedia che ha colpito la povera mamma Küster. Fassbinder, tuttavia, non condanna i suoi personaggi, perché nessuno di loro è completamente negativo: la figlia Corinna, seppure arrivista, persegue un sogno artistico e il figlio Ernst vuole bene alla mamma, anche se è un vigliacco, mentre la protagonista, l'unico personaggio guardato da Fassbinder con vera simpatia, rischia troppo di farsi influenzare dai soggetti che incontra sulla sua strada. "Mamma Küster", all'epoca della sua uscita, scontentò tutti (la sua prima proiezione al Festival di Berlino fu addirittura interrotta dal pubblico indignato), ma è il classico film che oggi può e deve essere rivalutato. L'unico consiglio che mi sento di dare è di non lasciarsi scoraggiare dall'inizio nel quale una recitazione di stampo prettamente brechtiano può far pensare ad una rappresentazione di pupazzi: alla fine il risultato ripaga le attese, anche grazie ad un gruppo di interpreti di ottima scuola (sui quali spicca l'anziana Brigitte Mira).
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