Regia di Lloyd Bacon vedi scheda film
Di questo film, strano a dirsi, tradotto per una volta in maniera letterale in italiano, nemmeno conoscevo l'esistenza e quindi è stata ancor di più una gradita sorpresa: 'Strisce invisibili', sullo sfondo di una storia appartenente al florido genere Gangster che imperversava nel cinema americano degli anni '30, narra il difficile rapporto tra due fratelli - il maggiore un rapinatore che tenta il difficile reinserimento nella società (George Raft) e il minore un meccanico che tenta di mettersi in proprio e costruirsi una famiglia (un giovanissimo ma già bravo William Holden) - dai caratteri opposti ma comunque solidali l'uno nei confronti dell'altro.
Le tematiche principali, come già accennato, sono le difficoltà che, da un lato, una persona, sebbene abbia scontato il suo debito con la giustizia, incontra nel tentare di ritrovare un posto di lavoro e di riallacciare delle relazioni all'interno di un ambiente che rifiuta e diffida di chi ha commesso dei reati e, dall'altra, i miti del benessere e della ricchezza, visti come modo per affermarsi personalmente.
Lloyd Bacon, pur non essendo un maestro del genere, riesce a creare la giusta tensione nello sviluppo della trama con sequenze di rapine, sparatorie ed inseguimenti ben congegnate, dando un ritmo incessante alla pellicola e soprattutto a dirigere con mano sicura il ricco cast, vero punto di forza della pellicola.
Oltre ai suddetti attori nelle parti dei due fratelli, compare in una parte secondaria ma importante il grande Humphrey Bogart, qui non ancora assurto ai gradi da divo, ovviamente nel ruolo anch'egli del gangster ma con un suo codice morale.
Da recuperare.
Voto: 7/8.
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