Regia di Volker Schlöndorff vedi scheda film
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BAAL, opera quarta di un giovane regista di nome Volker Schlondorff, è l'occasione per vedere, per la prima volta sul grande schermo in Francia (non so francamente se in Italia il film sia mai uscito nelle sale), la trasposizione di una nota opera giovanile del celebre poeta e drammaturgo tedesco Bertold Brecht, presentata nuovamente in una versione restaurata alla Berlinle 2014. Ad interpretare lo scellerato protagonista errabondo, Schlondorff chiama l'amico Rainer Werner Fassbinder, non nuovo ad adoperarsi in qualità di attore, spesso autodirigendosi, proprio a cavallo tra i '60 ed i '70.
La vita errabonda di un sedicente poeta di composizioni oscene e irriverenti, Baal appunto, viene seguita dal regista attraverso alcuni giorni di cammino senza una strada precisa o prefissata.
Il ragazzo, ribelle e anticonformista, si unisce a gruppi di balordi e, con la sua carica sessuale e la propria arrogante verve dialettica, ne seduce moglie e compagne, abbandonandole ogni qual volta queste cedono alle lusinghe del grande affabulatore.
In presenza di un unico vero amico, che tuttavia non esita a tradire, rinnegare e persino uccidere a sangue freddo, Baal rappresenta il trionfo dell'astuzia e della prepotenza che sfocia nel parassitismo e nella violenza gratuita: il mito del superuomo nato e cresciuto per sottomettere ed essere servito, e il trionfo dell'istinto animalesco che uccide o annienta ogni più tenue fiammella di umanità e di sentimento.
Fassbinder appare più che convincente nel rendere il suo tremendo e stomachevole protagonista, mentre una giovane e bellissima Margarethe Von Trotta gli si immola sacrificandosi alla sua innata cattiveria. In un piccolo ruolo scorgiamo anche Hanna Schygulla, proprio da quegli anni e per molto tempo, fino alla fine, musa tra le muse del celebre regista qui impegnato nel ruolo del laido protagonista.
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