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Il giustiziere dei mari

Regia di Domenico Paolella vedi scheda film

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La recensione su Il giustiziere dei mari

di mm40
2 stelle

Fra il 1954 e il 1968 Domenico Paolella - a volte utilizzando nomi d'arte - girò una trentina di pellicole; nel solo 1962 i titoli da lui licenziati furono ben quattro, due dei quali erano peplum (a soggetto mitologico) e gli altri due - similmente - cappa e spada, uno dei quali proprio questo Il giustiziere dei mari. Dare al pubblico ciò che il pubblico vuole era il motto basilare di questo tipo di cinema: pochi mezzi, scarsa fantasia, un po' di mestiere, buoni sentimenti e un lieto fine assicurato al 101%. La sceneggiatura firmata da Ugo Guerra e da Luciano Martino è uno zibaldone di luoghi comuni a riguardo dei pirati e delle loro leggendarie ardimentose imprese, mentre nel cast i nomi degni di nota non sono effettivamente molti: c'è Richard Harrison (alle prime armi, avrà una discreta carriera cinematografica nel Belpaese), ci sono Roldano Lupi, Michele Mercier e Marisa Belli. Paolella dirige con discreta dimestichezza le scene di azione (oramai ci ha preso la mano), ma il film, sostanzialmente, lascia comunque il tempo che trova. Co-produzione fra Italia (nella fattispecie, di Gianni Hecht Lucari) e Francia. 2,5/10.

Sulla trama

Australia, fine Settecento. David Robinson viene ingiustamente condannato a morte, ma riesce a evadere e diventa pirata. Solo così potrà vendicarsi del suo ex comandante.

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