Regia di James Mangold vedi scheda film
Fra le pieghe della recitazione di Joaquin Phoenix e il sound country con venature blues e rock di Johnny Cash si annida una delle migliori, se non la migliore, trasposizione cinematografica della vita di un famoso rocker on the road e al tempo stesso un modo per narrare anche cosa significasse crescere negli USA rurali nei primi anni ’40, luoghi over eri attorniato da una famiglia numerosa e senza fronzoli e che in te intravedeva il figlio sbagliato rispetto ad un fratello morto causa un tragico incidente. Un figlio scaraventato molto velocemente nella vita faticosa dei campi di cotone successivamente spinto ad arruolarsi come volontario in aviazione e infine trascinato in un vortice di depressione, droga e alcool che saranno lenite solo parzialmente dalla musica, quasi scoperta per caso e cavalcata per tutta la tua esistenza.
James Mangold ritornato recentemente alla ribalta grazie a due episodi della saga degli X-men e ultimamente per la narrazione della rivalità fra Ford e Ferrari in Le mans '66 - La grande sfida, modella una pellicola che ha tutti i prodromi del biopic, ovvero la caduta iniziale, la fulminazione lungo la via per Damasco e la carriera costellata di problemi personali e successi sul palco ma che nonostante questi stilemi prevedibili riesce a funzionare e catturare lo spettatore come poche altre. Partendo da due biografie ufficiali de ‘L’uomo in nero’ e cucendole sulle spalle di Phoenix e Reese Whiterspoon, Mangold riesce a incollare i presenti alla poltrona grazie anche alla capacità dei due di saper donare a Cash e alla sua seconda moglie June Carter, anch’ella star del country, muscoli, recitazione e performance canore che non sfigurano minimamente al cospetto degli originali. Il resto è storia della musica dei ‘50ies con fantasmi che s’annidano nella vita di Cash e il rockabilly che si mischia al country. Premio Oscar meritato per Reese Whiterspoon e colonna sonora fra le migliori mai pubblicate.
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