Regia di James Mangold vedi scheda film
Un film che, per molti versi, si ferma a metà. La trama si blocca con il coronamento della storia d'amore di Johnny Cash per la collaboratrice e collega June Carter, ma sembra che anche per altri aspetti Mangold non riesca ad esprimere tutte le potenzialità che la storia e le canzoni dell'Uomo in nero gli offrivano. Ci sono, in ogni caso alcune tappe ed alcuni snodi fondamentali della vita e dell'opera del grande cantautore originario dell'Arkansas: la morte tragica del fratello Jack (ma Cash ebbe altri cinque fratelli, qui praticamente trascurati) e il conseguente rapporto conflittuale con il padre, convinto che Dio gli avesse tolto il figlio sbagliato. E poi ci sono le canzoni (anche se manca Ring Of Fire, scritta proprio dalla Carter), gli amori sbagliati e quelli giusti, l'inusuale ripartenza da un penitenziario e la bottiglia. Ma penso che sia stato un peccato non aver saputo sfruttare meglio la presenza di un attore dal volto e dall'atteggiamento sofferto come Joaquin Phoenix, che ha vissuto la stessa tragedia del country rocker americano, ovverosia la perdita di un fratello in giovane età, bello, talentuoso e più amabile di lui.
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